La prima birreria italiana, secondo Ermes Zampollo, che pubblicò un suo articolo in merito sul numero di ottobre 1984 di Civiltà del bere, sarebbe stata la Spluga, di Chiavenna, che aprì i battenti nel 1840,[7] ma la Wührer vanta l'inizio della sua attività in quel di Brescia nel 1829, ad opera del fondatore, Franz Saverio Wührer, mastro birraio austriaco.[8] Nel 1845 il Ducato di Lucca emise un decreto tendente a favorire l'apertura di un birrificio, cosa che avvenne l'anno successivo ad opera dell'austriaco Felix Pfanner, la cui azienda avrebbe funzionato a Lucca fino al 1929.[senza fonte]
In Italia il primo a coltivare luppolo per la produzione della birra fu il forlivese Gaetano Pasqui, nel 1847.[9]
In generale la metà del XIX secolo vede la nascita di piccoli impianti industriali per la produzione di birra;[10] a fine XIX secolo si contavano in Italia già circa 140 birrerie a produzione industriale ma con tecniche poco più che artigianali, tra le quali si annoverano le marche Wührer, Peroni, Menabrea.[7] Produzione e consumo, in costante ascesa, raggiungono il picco alla fine degli anni venti, con 156 9000 hl prodotti nel 1925. A partire però dal 1927, con la famigerata Legge Marescalchi e con l'aumento della tassazione sulla birra, il consumo e quindi la produzione di birra calano rapidamente (a favore di chi produceva vino).